La parola “cecchino”

L’altro sera leggendo un articolo on-line sull’arresto di Mladić ( il boia di Srebrenica) e mi è tornato in mente quando scoprì la parola cecchino. Era il ’94 e si stava combattendo in quella che sarà la ex Jugoslavia: è stata la mia prima guerra, cioè la prima guerra di cui io abbia ricordo e che, in un certo senso, ho vissuto in diretta in televisione ( sul Tg5 lo ricordo ancora)  e sulla mia pelle, infatti a causa del conflitto durante gli anni delle elementari arrivarono come nuovi compagni di classe un serbo ( o bosniaco? Non ricordo più, purtroppo è passato troppo tempo) e un macedone; ricordo ancora il giorno in cui il macedone entrò in classe, il bambino serbo, già in Italia da un paio di mesi, lo squadrò e alla ricreazione scoppiò quasi un rissa, l’odio della guerra si era propagato anche nei due bambini e noi non riuscivamo a capire perché, anche se ce lo spiegavano i nostri genitori.

Così la parola cecchino entrò nella mia vita, per colpa di quella guerra. Era l’assedio di Sarajevo e fu li che i telegiornali la usarono massicciamente: mi colpì come parola. La c morbida iniziale mi faceva immaginare un soldato tutto pacioso e gentile. Quando ne chiesi il significato a mio papà mi rispose qualcosa come “i se mete sui teti e i sbara ala testa a quei che pasa”; e chissà perché provai un po’ di stima per quelle persone: probabilmente mi colpiva la loro mira, la loro capacità mimetica, la capacità di colpire ripetutamente senza farsi notare ( oggi posso dire: che orrore queste cose!). O più probabilmente ero un bambino e la guerra non era ancora stata in grado di intaccare l’innocenza della mia gioventù.

Son passati quasi diciassette anni ormai, ho cambiato radicalmente opinione sui cecchini; e di certo, non avrei mai pensato che da allora avrei assistito a così tante guerre nel mondo ( chissà perché il concetto di guerra è così distante per noi, sia geograficamente sia temporalmente – forse il senso di morte che contiene ci spinge a respingere il concetto di guerra).

Di certo chi dice oggi che Mladic è un eroe è un idiota, non per i morti che così si insultano, ma per il ricordo dei due bambini che si odiavano solo per quella guerra, solo per appartenere ad un etnia diversa.