I politici del futuro

I fatti degli ultimi giorni mi hanno colpito profondamente. Il clima politico che si sta vivendo nel nostro Paese è insostenibile; ora come mai. Dopo mesi di attacchi reciproci fra tutte le parti politiche, il “getto del(la) statutetta” al Presidente del Consiglio dei Ministri ( è lungo da scrivere, ma ci tengo a rimarcare l’incarico di sovrintendente di un organo collegiale) ha scatenato una guerra di parole alla quale non ho mai assistito, se non tramite i resoconti del passato sui testi universitari ( penso al dopo Matteotti, o ai contrasti in URRS). Mentre i presidenti della Repubblica e della Camera Napolitano e Fini ( il Senato tace … ) invitano alla calma e ad abbassare i toni, i volti noti che da mesi riempiono le nostre case tramite tv e blog non fanno che azzannarsi, infiammando ancor di più gli animi.

Vedo molto sbando ormai in questa politica. è la fine di un’era.
Certo, ecco il solito discorso retorico, la Repubblica deve ancora riprendersi dalla crisi di Mani Pulite; la mafia è dovunque; Berlusconi è un delinquente; c’è la crisi economica e via dicendo…

Ma la discesa in campo di Berlusconi, forse per salvare i propri interessi ( probabile), ha sconvolto il sistema politico italiano. Dopo generazioni di statisti di alto livello, la nostra Repubblica è stata travolta da un ciclone carismatico guidato da un imprenditore che di politico non ha nulla. Sfruttando il risentimento popolare sulla vecchia classe dirigente e il crollo del comunismo si è imposto tranquillamente sulla scena nazionale, mentre i suoi avversari si scannavano da soli in tutti i modi possibili. Le successive, o meglio, lo sviluppo delle inchieste sulla sua persona non ha fatto altro che giovare alla sua carriera politica. Le opposizioni si sono distrutte concentrandosi a pugnalarsi e contestare la persona Berlusconi, evitando come la peste un programma politico alternativo.
Il che è strano; dopo quindici anni dovrebbe essere lampante a chiunque, che presentandosi con un programma che sia un programma e non un assalto a Berlusconi si vincono le elezioni. Berlusconi rappresenta, oltre che un idolo da emulare per milioni di cittadini, anche il male minore: con lui si starà male, ma almeno so come starò, con gli altri bo, non dicono nulla.

E qui voglio arrivare al punto cruciale della mia riflessione di oggi ( dopo un’introduzione stentata e poco curata). In quindici anni il dibattito politico italiano è scomparso per far posto ad una misera caccia all’uomo contrapposta ad una risoluta voglia di salvarsi da ogni possibile male. La prossima generazione politica ( quella che lega i suoi primi ricordi d’infanzia alla caduta del Muro – classe ’84/’85) sarà la peggiore classe dirigente che lo Stato italiano avrà. Sarà una generazione cresciuta senza politica, ma solo con contrasti legati ad una persona. Per quindici – venti anni dopo la fine del Berlusconi ci sarà un terribile vuoto nella gerarchia dirigenziale italiane. A questo si assocerà una totale disaffezione alla vita politica del resto della popolazione; d’altronde dopo Mani Pulite la scena politica degenerando sempre più ha stancato la cittadinanza, e l’ha staccata da una partecipazione più sentita; è divenuto tutto un fare perché si deve, per inerzia quasi.

Per me è questa la sfida che devono cogliere i politici d’oggi; abbandonare ogni crociata contro Berlusconi e impegnarsi in una lotta politica, con programmi, idee; considerando il Presidente come un politico da sconfiggere. Impegnarsi per delle leggi di rinnovamento della politica. Limitare le legislature, tre secondo me andrebbe bene, e cercare di “costringere” i cittadini a farsi partecipi della vita politica, incentivando l’educazione civica, trasformando l’intera popolazione in politici.