Esperimenti atomici

“Si vis pacem, pare bellum”… se vuoi la pace prepare la guerra recitavano gli antichi.

Il video Trinity, che ho postato qua sotto, rappresenta tutte le esplosioni atomiche sulla Terra in ordine cronologico, a partire dalla prima bomba, appunto Trinity, esplosa nel deserto di Almogordo (USA) il 16 luglio 1945 fino ai test nordcoreani della seconda metà degli anni 2000 per un totale di 2153 bombe esplose: 33 all’anno!!

 

 

 

[info dell’autore dalla pagina Vimeo del video

Visualization of nuclear detonations from 1945 to present.

Atmospheric: red
Underground: yellow
Underwater: blue

By Orbital Mechanics (orbitalmechanics.io)

Code / Visuals: Ehsan Rezaie
Sound: Phil Rochefort & Patrick Trudeau]

#25aprile

“Dietro il milite delle Brigate nere più onesto, più in
buonafede, più idealista, c’erano i rastrellamenti, le operazioni di
sterminio, le camere di tortura, le deportazioni e l’Olocausto; dietro il
partigiano più ignaro, più ladro, più spietato, c’era la lotta per una
società pacifica e democratica, ragionevolmente giusta, se non proprio
giusta in senso assoluto, chè di queste non ce ne sono.”

Italo Calvino

“Kim pensa alla colonna di tedeschi e fascisti che forse stanno già avanzando su per la vallata, verso l’alba che portà la morte a dilagare su di loro, dalle creste delle montagne. È la colonna dei gesti perduti: ora un soldato svegliandosi a uno scossone del camion pensa: ti amo, Kate. Tra sei, sette ore morirà, lo uccideremo; anche se non avesse pesanto: ti amo, Kate, sarebbe stato lo stesso, tutto quello che lui fa e pensa è perduto, cancellato della storia.

Io invece cammino per un bosco di larici e ogni mio passo è storia; io penso: ti amo, Adriana, e questo è storia, ha grandi conseguenze, io agirò domani in battaglia come un uomo che ha pensato stanotte: «ti amo, Adriana». Forse non farò cose importanti, ma la storia è fatta di piccoli gesti anonimi, forse domani morirò, magari prima di quel tedesco, ma tute le cose che farò prima di morire e la mia morte stessa saranno pezzetti di storia, e tutti i pensieri che sto facendo adesso influiscono sulla mia storia di domani, sulla storia di domani del genere umano.”

Italo Calvino, I sentieri dei nidi di ragno, Einaudi, pag. 151

#RECENSIONE // Baigent&Leigh – Origini e storia della Massoneria

 Michael Baigent e Richard Leigh

Origini e storia della Massoneria. Il Tempio e la Loggia

Mi hanno regalato questo libro al mio ultimo compleanno, poco più di un mese fa. Appena l’ho scartato, mi son detto: “Oddio! Cos’è questa cosa?!”. La parola massoneria ha infatti esercitato fin da subito quell’infausta influenza tendente al complottismo

Baigent e Leigh, Origini e storia della massoneria. Il tempio e la loggia

di cui è stata riempita nel corso dei decenni. Questa mia impressione si è rafforzata quando, girando il libro, ho letto la quarta di copertina con i punti salienti del libro: “Robert Bruce erede della Scozia celtica” (mi son detto, che c’entrano i celti con i massoni? E Robert Bruce non era solo quello di William Wallace?), “Monaci militari: i cavalieri templari” (te pareva se non tiravano in mezzo i  templari), “La guardia scozzese”, “L’enigmatica Cappella di Rosslyn” (ah, i richiami al Codice da Vinci!), “I primi massoni” (finalmente leggo massoni in un libro di massoni!), “Il visconte Dundee”, “Lo sviluppo della grande Loggia”, “La massoneria e l’indipendenza americana” (certo una dose di complottismo mancava!).
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L’invenzione del Medioevo

Qui nel link sotto ho messo il capito conclusivo di quel bel manuale di storia quale è Storia Medievale di Massimo Montanari. In questo capitolo, lo storico analizza le fortune e le sfortune dell’idea di “medioevo” da quando è stata coniata fino ai giorni nostri, arrivado a sperare una eliminazione dello stesso termine dal vocabolario.

Massimo Montanari, L’invenzione del Medioevo (secoli XV-XXI)

Lettera ai Giudici

don Lorenzo Milani

Barbiana 18 ottobre 1965

Signori Giudici,

vi metto qui per scritto quello che avrei detto volentieri in aula. Non sarà infatti facile ch’io possa venire a Roma perché sono da tempo malato.

Allego un certificato medico e vi prego di procedere in mia assenza.

La malattia è l’unico motivo per cui non vengo. Ci tengo a precisarlo perché dai tempi di Porta Pia i preti italiani sono sospettati di avere poco rispetto per lo Stato. E questa è proprio l’accusa che mi si fa in questo processo.

Ma essa non è fondata per moltissimi miei confratelli e in nessun modo per me. Vi spiegherò anzi quanto mi stia a cuore imprimere nei miei ragazzi il senso della legge e il rispetto per i tribunali degli uomini. Continua a leggere

L’obbedienza non è più una virtù

Lettera ai cappelani Militari Toscani che hanno sottoscritto il comunicato dell’11 febbraio 1965

don Lorenzo Milani

Da tempo avrei voluto invitare uno di voi a parlare ai miei ragazzi della vostra vita. Una vita che i ragazzi e io non capiamo.

Avremmo però voluto fare uno sforzo per capire e soprattutto domandarvi come avete affrontato alcuni problemi pratici della vita militare. Non ho fatto in tempo a organizzare questo incontro tra voi e la mia scuola.

Io l’avrei voluto privato, ma ora che avete rotto il silenzio voi, e su un giornale, non posso fare a meno di farvi quelle stesse domande pubblicamente.

PRIMO perché avete insultato dei cittadini che noi e molti altri ammiriamo. E nessuno, ch’io sappia, vi aveva chiamati in causa. A meno di pensare che il solo esempio di quella loro eroica coerenza cristiana bruci dentro di voi una qualche vostra incertezza interiore.

SECONDO perché avete usato, con estrema leggerezza e senza chiarirne la portata, vocaboli che sono più grandi di voi.

Nel rispondermi badate che l’opinione pubblica è oggi più matura che in altri tempi e non si contenterà né d’un vostro silenzio, né d’una risposta generica che sfugga alle singole domande. Paroloni sentimentali o volgari insulti agli obiettori o a me non sono argomenti. Se avete argomenti sarò ben lieto di darvene atto e di ricredermi se nella fretta di scrivere mi fossero sfuggite cose non giuste.

Non discuterò qui l’idea di Patria in sé. Non mi piacciono queste divisioni. Continua a leggere