Hartwin Brandt
L’epoca tardoantica

Ora non è più così. Negli ultimi decenni nuovi studi storiografici hanno dato una dignità propria a quel periodo storico che, appunto, va da indicativamente da Diocleziano al tentativo di ripristinare l’impero nella sua interezza di Giustiniano. Questo periodo assume il nome di “tardo antichità”, laddove “tardo” non ha più il significato di qualcosa che va a scomparire, ma è invece un periodo di transizione, di passaggio dal mondo antico a un mondo che verrà dopo, e che sarà quello medievale. E proprio in questo periodo che si svilupperanno gli usi, i costumi, le leggi e le forme statuali che si definiranno meglio nel medioevo più maturo. “La continuità si affianca alle fratture: la fine dell’antichità è dunque anche un inizio.” (p. 8)
Il saggio di Brandt ripercorre sinteticamente le tracce lasciate da questo periodo analizzandone i mutamenti, non solo politici ma anche sociali – culturali e non disdegnando un attento sguardo al fattore religioso. Perché è proprio nell’incontro – scontro tra i romani e i “barbari”, sempre vituperato dalla vulgata, che trae origini l’Europa che oggi conosciamo. Ed è importante questo, non vi è stata una distruzione del mondo romano, anzi “senza l’antichità l’Europa non sarebbe quello che è diventata” (p. 97). Infatti i semi dell’antichità erano ben piantati e diedero continui frutti anche nel medioevo e li danno ancor oggi.
GIUDIZIO:
***
DATI TECNICI DEL TESTO RECENSITO
AUTORE: Hartwin Brandt
TITOLO: L’epoca tardoantica
CASA EDITRICE: il Mulino
N° PAGINE: 115
ANNO DI EDIZIONE: 2010